Parrocchia SS. Salvatore

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Avviati i lavori di restauro alla statua di San Giuseppe

 

Un testimone tra passato e futuro


Entrando in chiesa, abbiamo avvertito qualcosa di diverso.

L’atmosfera non era delle solite, non sappiamo..., ma... manca qualcosa... o meglio ... qualcuno! Sì, manca proprio Lui, S. Giuseppe, imponente ma allo stesso tempo dolce, con il suo sguardo premuroso e benigno nei confronti di tutti noi cittadini di Capurso.

E’ dal mese di giugno, infatti, che l’immagine lignea del Santo Patrono di Capurso, ha lasciato la Chiesa madre del SS. Salvatore per essere sottoposta ad un accurato intervento di restauro, diretto dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Bari, nella persona della dottoressa Di Capua, previo progetto redatto da una Ditta Restauratrice Guglielmo di Statte  (TA). Il tutto nel rispetto delle leggi vigenti in materia di restauro dei monumenti e delle opere d’arte, con riferimento in particolar modo alla legge sulla tutela del patrimonio artistico e culturale, 1089/39.

Presso una villa ubicata all’ingresso della cittadina tarantina, in cui si stanno svolgendo i lavori, abbiamo visitato e ritrovato il nostro tanto caro “malato”.

Dal sopralluogo effettuato cercheremo di riportare con semplicità e chiarezza lo stato di avanzamento dei lavori, tentando di non soffermarci esclusivamente sugli aspetti tecnici ma ponendo una particolare sottolineatura alla tenerezza con la quale l’immagine, spoglia degli addobbi processionali consueti, si è presentata al nostro sguardo, e ai sentimenti di religiosità e devozione con i quali ci siamo posti nell’analisi dell’intervento guidato dalle restauratrici.

Da una prima indagine sull’immagine si è rilevato che il materale di cui è costituita è prevalentemente legno di pero o pioppo, ad eccezione di alcune parti in gesso. La stessa ha inoltre presentato una sovrapposizione di strati di pittura nel tempo. Detti strati sono stati individuati in numero di quattro, databili sin dagli anni ’50 quando la statua subì una bruciatura sia nella parte anteriore che in quella posteriore. Va, tuttavia, sottolineato il fatto che nonostante la sovrapposizione di pitturazioni eseguite anche con tecniche e materiali di bassa qualità e non idonei, è stato sempre conservato e riproposto il medesimo aspetto cromatico sia per San Giuseppe che per Gesù Bambino.

L’operazione di restauro consisterà nella realizzazione di diverse fasi nel pieno rispetto delle preesistenze e riassumibili in : pulitura, disinfestazione, protezione dei colori, stuccature delle parti ammalorate, reintegrazione pittorica eseguita con la tecnica del “rigatino” ed infine la posa in opera di una verniciatura di protezione.

Tutte le parti ritoccate saranno visibili ad una certa distanza per poter mettere in evidenza la distizione tra parti originali e parti sulle quali avviene l’intervento ad opera del restauratore. Questo consentirà ai prossimi eventuali restauratori di rendersi conto delle stratificazioni e delle operazioni susseguitesi nel tempo, al fine di poter valorizzare l’opera scultorea in tutte le sue componenti e poterla trasmettere ai posteri inalterata il meno possibile nelle sue caratteristiche artistiche. Ecco quindi come da un’operazione che può sembrare puramente tecnica sorge un’ altra importante considerazione relativa alla conservazione dell’opera e dei monumenti in generale ed in rapporto a quella che è una memoria collettiva che tende a trasmettere il ricordo e le emozioni di una comunità che si ritrova e si rispecchia nel tempo in relazione all’opera stessa.

Ecco quindi che in virtù di questi concetti e di queste considerazioni, saranno ripristinati i colori originali che nel caso del nostro “caro” San Giuseppe è stato possibile riscoprire sino al momento dell’incendio che l’immagine ha interamente subito intorno agli anni cinquanta.

E' comunque immaginabile che, vista la constatazione di una ripetuta ricolorazione del legno sempre con gli stessi colori che tutti noi conosciamo, e, che dominano nel nostro immaginario collettivo “capursese”, sin dalle sue origini, ricordiamo 1725, l’immagine abbia sempre avuto lo stesso aspetto cromatico, salvo variazioni, non di grosso rilievo, dovute a rimaneggiamenti e interventi privi di solidi supporti artistici.

L’incontro e il confronto con la restauratrice ha, tra l’altro, messo in evidenza un altro problema: molti fedeli e devoti, ricordano come negli anni addietro l’immagine di San Giuseppe fosse conservata all’interno di una nicchia vicino all’attuale altare del S.S. mo Sacramento. Oggi la statua, per ovvie ragioni liturgiche, non viene più conservata nella nicchia ma all’aperto, nella navata laterale destra e secondo le indicazioni della restauratrice, sembra, che quella sia la posizione ideale per evitare eventuali problemi di umidità e di condensa che favoriscono la formazione di funghi danneggiando la pellicola pittorica.

Ancora, riguardo alle condizioni nelle quali la statua attualmente si trova, bisogna rilevare come il legno di cui è costituita, si sia comunque conservato in maniera discreta dal punto di vista strutturale.

Un ultimo riferimento va fatto agli strumenti utilizzati per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte nelle diverse fasi e con le tecniche che abbiamo innanzi descritto: bisturi per la pulitura, applicazione di un solvente basico leggero con la sovrapposizione di passate multiple e la protezione del manto superficiale attraverso l’utilizzo di colori ad olio che vengono dati nebulizzati.

L’immagine del santo patrono ritornerà a Capurso nei primi giorni di febbraio 2003 quando comincerà il mese di preghiera che ogni anno si tiene in onore di San Giuseppe per culminare nei solenni festeggiamenti del 19 Marzo.

Ci preme ancora ricordare e rinfrancare l’importanza dell’intervento di restauro relativo in questo caso specifico all’immagine di San Giuseppe ma in generale a tutte le opere e i monumenti che appartengono ad una comunità costituendone parte integrante e viva. L’opera d’arte e quindi il monumento non può essere separato dalla storia della quale è testimone, nè dall’ambiente in cui si trova. Nel nostro caso l’immagine di San Giuseppe diventa un ponte di collegamento tra il passato e il futuro, tra le generazioni di ieri, quelle di oggi e speriamo quelle di domani, tra le emozioni, i sentimenti di gratitudine e di fede che la nostra cittadinanza di Capurso ha avuto e avrà nel confronti del suo amato protettore, “testimone” con il suo sguardo benevolo di tante vicende ed eventi degli ultimi tre secoli di storia capursese.

                                                                         Mariapia Addante
                                                                         Riccardo Lorusso

 

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